Bozza DL Mezzogiorno, per FP Cgil Sicilia è inadeguata e paradossale: “Vanno ampliati i posti e stabilizzati i precari”. Il 4 ottobre mobilitazione a Palermo

“Una scelta inadeguata e sbagliata sotto diversi punti di vista”. Fp Cgil Sicilia esprime profonda contrarietà nei confronti delle bozze del DL Mezzogiorno, circolate in questi giorni, che prevedono un finanziamento per l’assunzione a tempo indeterminato di 2.200 funzionari per il rafforzamento delle competenze in materia di politiche della coesione, da destinare agli enti locali delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Dissenso che si tradurrà in mobilitazione, programmata per il prossimo 3 ottobre a Palermo, dove verrà rappresentata la condizione di disagio che riguarda migliaia di lavoratrici e lavoratori siciliani. “Il grande paradosso – afferma il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo – è che tra il 2021e il 2022 centinaia di funzionari, tutt’oggi precari, sono stati reclutati per le stesse finalità. Sarebbe allora logico, opportuno e doveroso che prima di pensare a nuove assunzioni, per ricoprire le stesse mansioni, si procedesse alla stabilizzazione di chi svolge già questo servizio. Tra l’altro – aggiunge Agliozzo –  questi Enti hanno attualmente esigenze di organico nell’ordine di migliaia di posti. Dunque, duemila funzionari per tutto il Mezzogiorno non sono neanche lontanamente sufficienti”. Per Monica Genovese, Segretaria Regionale della Funzione Pubblica – “in Sicilia, “oltre alle carenze di organico nei vari Enti territoriali che compongono la pubblica amministrazione, si registra una emergenza precariato con numeri importanti: 150 funzionari   categoria D a tempo determinato dei Concorsi Coesione 1 e Coesione 2 per attuazione PNRR, in servizio nei Comuni ed ex Province; 151 tecnici  a tempo determinato con scadenza 31 dicembre 2023 per l’attuazione degli interventi finanziati dal PON METRO 2014/2020, distribuiti su Comun di Catania (102), Palermo (14) e Messina (35); 1887 contrattisti  nei 390 Comuni in attesa da anni di stabilizzazione; 4500 ASU impegnati, in regime di sussidio,  negli Enti Locali, Regione e Privato Sociale insieme al variegato pianeta, in termini contrattuali, degli assistenti sociali dei distretti socio-sanitari che operano sia a tempo determinato che in regime di partita Iva”. “Crediamo – conclude Agliozzo – che questo modo di procedere sia assurdo. Occorre buon senso, occorre assicurare giustizia sociale. Chiediamo che le assunzioni previste vengano ampliate e che si dia priorità alla stabilizzazione dei lavoratori  in attività. Superare la precarietà nella pubblica amministrazione deve essere una priorità dei governi, sia a livello nazionale che regionale, e il rafforzamento del valore del lavoro pubblico deve essere considerato un investimento per il Mezzogiorno e per l’intero Paese”.  Fp Cgil Sicilia dà appuntamento al 3 ottobre a Palermo per rivendicare i diritti di questi lavoratori, ma anche per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sui precari della Sanità e delle Funzioni Centrali.

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