Distretti socio sanitari, sovraccarico di lavoro per il personale destinato ai servizi post reddito di cittadinanza, Fp Cgil Sicilia: è emergenza, intervenga la Regione per il potenziamento degli organici

“Occorre intervenire sui 55 Distretti Socio-Sanitari della Sicilia, il cui personale in questo momento è investito dalle novità introdotte dal  decreto ministeriale  108 dello scorso 8 agosto che ha previsto l’integrazione tra i Servizi Sociali e i Centri per l’Impiego”. A chiederlo in una nota, indirizzata all’Assessorato Regionale della Famiglia, Politiche Sociali e Lavoro, è la Funzione Pubblica Cgil Sicilia. “ Il decreto – afferma il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo –  riaccende i riflettori sulla penalizzante condizione in cui opera questo personale che eroga però servizi  fondamentali e irrinunciabili per il bene comune e la salute dell’intera collettività”. E in questa ottica, Agliozzo richiama il d.m. del Ministero del Lavoro  riguardante il Fondo Povertà e la Legge 178 del 2020. “Questa normativa – prosegue il Segretario Generale Fp  –  ha previsto l’erogazione di un contributo economico, che ha natura strutturale, a favore degli Ambiti sociali Territoriali. Ebbene, questi provvedimenti  non possono essere disattesi”. Parla di vera e propria emergenza la Segretaria Regionale, Monica Genovese. “Le criticità – spiega – sono legate alla mancanza di personale e alla particolare condizione di questi lavoratori, in servizio prevalentemente a tempo determinato, molti dei quali con scadenza dicembre 2023, oltre al fatto che in alcuni Comuni ci sono assistenti sociali che svolgono l’attività in regime di partita iva . Inoltre ai Comuni in dissesto che non intendono stabilizzare – aggiunge Genovese – va ricordata la nota del Ministero dell’Interno del 14 dicembre del 2022 che riconosce proprio agli Enti in difficoltà finanziaria la facoltà di assumere questo personale non comportando alcun impegno di risorse a carico del bilancio comunale”. Per Agliozzo e Genovese il potenziamento dei servizi sociali rappresenta una risposta alla dignità delle persone che si trovano in condizioni di fragilità ed emarginazione sociale. “E tutto questo – concludono –  deve passare  anche attraverso la stipula di contratti di natura subordinata, favorendo le stabilizzazioni ed evitando il ricorso a forme contrattuali atipiche”.

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