La Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità costituzionale dell’Art. 36 della Legge di Stabilità 2021 della Regione Siciliana. Gli effetti di questo pronunciamento è che salta la stabilizzazione ASU. Questa norma doveva rappresentare il traguardo per questi lavoratori in servizio presso gli enti locali e amministrazioni regionali dell’isola, ma sulla quale sono state riscontrate diverse criticità sulla copertura finanziaria, gli equilibri di bilancio e la parità di trattamento tra lavoratori, che avevano portato al semaforo rosso da parte del Cdm. La sentenza di oggi conferma l’incostituzionalità della norma ed afferma che la disposizione sconfina al di fuori della competenza regionale, intervenendo in via generale nella materia degli enti locali e in materia di personale non regionale. La decisione presa ha un impatto diretto sui 4.000 lavoratori Asu e le loro famiglie. Nella trascorsa legislatura si era spacciata per definitiva la stabilizzazione illudendo per l’ennesima volta questa platea di lavoratori. I segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Temp, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera e Danilo Borrelli, invitano l’assessore regionale al Lavoro, Nunzia Albano, e al governatore Renato Schifani ad individuare un percorso che conduca velocemente alla risoluzione di questa lunga vertenza, considerato che l’Art. 36 è stato dichiarato incostituzionale. “La stabilizzazione degli Asu -affermano – rimane una priorità, poiché il lavoro di questi lavoratori, privi di contratto e senza contributi da 24 anni, permette di garantire i servizi pubblici, l’apertura di uffici, strutture, musei e aree archeologiche. I sindacati hanno già più volte richiesto l’insediamento di un tavolo di confronto su questo tema, proponendo atti e fatti concreti per definire questa lunga stagione di precariato. Chiediamo inoltre – aggiungono – alla Regione di farsi parte attiva per la convocazione urgente di un “Tavolo Nazionale” per arrivare alla soluzione del problema sorto e per evitare altre possibili impugnative. Solo attraverso il dialogo e la collaborazione tra le parti coinvolte – concludono i sindacati – si potrà trovare una soluzione concreta per garantire ai lavoratori Asu siciliani il giusto riconoscimento dei loro diritti”.