REGIONE, RINNOVO CONTRATTI: CGIL E FP CGIL DICONO “NO A CAMPAGNA ELETTORALE, GOVERNO POCO CREDIBILE SU RISORSE E CONTRATTAZIONE”

Cgil e Fp Cgil tornano a esprimersi sulla questione del rinnovo dei contratti regionali accusando il governo di “fare campagna elettorale sulla pelle dei lavoratori senza avere in realtà nulla di concreto da proporre”.

“Rasenta il ridicolo l’invito rivolto all’Aran Sicilia di aprire la trattativa”, commentano le Segreterie regionali di Cgil e Fp Cgil, “dal momento che fra le norme proposte nel collegato alla finanziaria in discussione all’Ars ce n’è proprio una che prevede l’abolizione dell’agenzia negoziale”.

Proprio ieri, l’assessore Lantieri ha inviato una nota all’ente di via Trinacria che rischia la soppressione nella quale, riferendosi alla pubblicazione in gazzetta di bilancio e finanziaria, lo invitava a “fornire ogni utile contributo quale espressione del tavolo negoziale”, in attesa che lo stesso assessore “elabori apposita direttiva alla luce del bilancio di previsione e delle competenti valutazioni della funzione pubblica”.

“A proposito di “, ironizzano i sindacalisti della Cgil, “aspettiamo che venga fatta proprio sul bilancio e la finanziaria, dal momento che dei soldi di cui parla l’assessore non si riesce a trovare traccia. Dove sono nascosti?”.

“E poi”, continuano, “se anche ci fossero i dieci milioni annunciati, basterebbero soltanto a pagare la vacanza contrattuale per il comparto, non certamente un rinnovo contrattuale in linea con quelli del pubblico impiego di cui si discute a Roma”.

In definitiva, Cgil e Fp Cgil confermano di essere pronti a fare la loro parte al tavolo negoziale, ma chiedono al governo di “fare chiarezza sulle risorse e sul destino dell’Aran, altrimenti questo sarà l’ennesimo tentativo di blandire i lavoratori della Regione allo scopo di recuperare un consenso elettorale ormai perduto”.

In attesa dell’avvio del negoziato, la Fp Cgil sta elaborando una piattaforma incentrata sul riordino della pubblica amministrazione siciliana e sul rinnovo dei contratti, partendo dalla riqualificazione del personale, dalla formazione e dall’adeguamento delle retribuzioni dopo dieci anni di rinnovi mancati. Il nodo centrale è la riqualificazione del personale attraverso un nuovo ordinamento che valorizzi le competenze esistenti, e il recupero di risorse per riequilibrare verso l’alto gli stipendi più bassi (1.000 euro per le categorie A e B, sotto la soglia di povertà) garantendo a tutti gli aumenti retributivi previsti per il pubblico impiego. È, inoltre, necessario chiudere la stagione del precariato con la stabilizzazione dei rapporti di lavoro.

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