Funzione pubblica: « Sicilia indietro rispetto ai progetti di riforma»

Un precariato storico nella pubblica amministrazione che non accenna a diminuire, bilanci in disavanzo in tutti gli enti. Una sanità malata con almeno ottomila addetti in meno rispetto al vero fabbisogno e un sistema di raccolta di rifiuti che non tiene il passo con il resto della nazione, soprattutto sul fronte della differenziata. L’assemblea regionale della Funzione pubblica Cgil si è tenuta stamattina a Catania, e non a caso. Il capoluogo etneo in quanto area metropolitana (analogo disagio vivono Palermo e Messina), è uno dei territori più in sofferenza nell’Isola, dove ad esempio accade ancora oggi che il personale sanitario sia abbandonato al proprio destino, esposto anche fisicamente al malcontento dei cittadini più arrabbiati che mai.
Ai lavori era presente oltre ai segretari della Fp Sicilia Clara Croce e Alfonso Buscemi, e la segretaria regionale di Cgil Sicilia, Mimma Argurio, anche la segretaria generale della Fp Cgil nazionale, Serena Sorrentino. Tra i temi affrontati, la riforma della pubblica amministrazione dopo l’accordo del 30 novembre, l’avvio dell’ atto di indirizzo Aran, i mancati rinnovi dei contratti del pubblico impiego, le questioni legate alla possibilità di stabilizzazione del personale precario alla luce dell’approvazione definitiva della riforma, la nuova rete ospedaliera siciliana, la riforma ex Province, dell’Ipab, e del sistema rifiuti in Sicilia.
La relazione introduttiva è stata affidata al segretario generale della Fp Cgil di Catania, Gaetano Agliozzo: “La Sicilia è di certo indietro rispetto ai progetti di riforma; non c’è stata la tanto attesa riforma della pubblica amministrazione da parte della Regione Sicilia e i precari del pubblico impiego sono un esercito che non accenna a diminuire”.
Agliozzo ha aggiunto che i bilanci in disavanzo negli enti siciliani rappresentano “un problema imminente per la tenuta degli stipendi” e a fronte di ciò, nonostante i vari annunci di avviare confronti sindacali per il destino dei dipendenti regionali, nella finanziaria non si riscontrano elementi per la riforma. “E di certo, non potranno mai bastare i 10 milioni di euro che sono stati stanziati”.
Il segretario di Fp Cgil Sicilia ha sottolineato che mancano ben 8 mila posto nella sanità siciliana dove, se è vero che la nuova rete ospedaliera rappresenta un elemento nuovo importante, dall’altro “ci importa che la Rete diventi realmente operativa. Cosa che chiederemo ai prossimo governanti, insieme ai concorsi e ad una maggiore attenzione per la medicina del territorio”.
Tra gli altri, all’assemblea di oggi sono intervenuti, oltre ai delegati dei posti di lavoro, il segretario generale della Cgil Catania, Giacomo Rota che ha anche sottolineato come “il lavoro pubblico in Italia è sempre stato calpestato. In Sicilia poi, con cinque anni di governo Crocetta ci siamo trovati di fronte alla mancanza di programmazione e all’incertezza amministrativa”.
Ha chiuso i lavori Serena Sorrentino: “Con l’accordo del 30 novembre abbiamo superato la legge Brunetta e garantito le risorse per i contratti. Abbiamo chiesto ed ottenuto dal governo nazionale un impegno sulla stabilizzazione dei precari. Stiamo adesso cercando di allineare queste prospettive nazionali alle regioni, e per questo abbiamo chiesto al governo regionale un raccordo con il testo unico Madìa che dia una prima risposta al precariato in Sicilia. Le altre regioni autonome hanno chiuso i contratti e per ciò attendiamo a breve la convocazione per il rinnovo del contratto; analogamente attendiamo l’atto di indirizzo che il ministro Madìa deve mandare all’Aran per aprire e insediare materialmente i “tavoli”.
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